Nel panorama mondiale della biotecnologia, il Giappone si colloca ancora una volta all’avanguardia con una sperimentazione destinata a cambiare per sempre il concetto stesso di nascita. Un gruppo di ricercatori ha infatti avviato i test su un grembo artificiale al 100%, un sistema extracorporeo capace di sostenere lo sviluppo di un embrione umano dal concepimento fino alla nascita.
Non si tratta di una semplice incubatrice evoluta, ma di una struttura biomimetica complessa, progettata per replicare in ogni dettaglio l’ambiente uterino naturale. Il cuore del progetto è una sacca trasparente riempita con liquido amniotico sintetico, al cui interno l’embrione può galleggiare e crescere in condizioni fisiologiche.
Il sistema è connesso a una sofisticata rete di sensori, pompe e moduli di regolazione che monitorano e gestiscono costantemente:
A differenza delle incubatrici neonatali attuali, che possono assistere un neonato solo dopo la nascita prematura, questo dispositivo punta a sostituire l’intera gravidanza intrauterina, offrendo una nuova chance di vita soprattutto ai feti gravemente prematuri — in particolare sotto le 22-24 settimane di gestazione — la cui sopravvivenza oggi è estremamente rara e complicata.
Il progetto, denominato Exowomb, è stato inizialmente testato con successo su modelli animali (agnelli, in particolare), che hanno completato il proprio sviluppo all’interno della sacca artificiale e sono nati sani. Ora la sperimentazione è entrata nella fase preclinica su modelli biologici umani non vitali (embrioni ottenuti da donazione a fini di ricerca), con l’obiettivo di valutare sicurezza, compatibilità e funzionalità a lungo termine.
Le potenziali applicazioni future sono vastissime: dalla tutela delle gravidanze a rischio elevato alla gestione della fertilità in condizioni estreme (come donne prive di utero o soggetti trans), fino a un nuovo concetto di gestazione esterna completa. Questo apre inevitabilmente un fronte etico e sociale delicatissimo: chi è il “genitore” biologico se il corpo umano non è più necessario per far nascere una vita? Come cambieranno maternità, paternità e diritti del nascituro?
La comunità scientifica si sta già confrontando con queste domande, ma intanto una cosa è certa: siamo di fronte a una delle più grandi innovazioni della medicina del XXI secolo. Un passo avanti che potrebbe salvare migliaia di vite ogni anno, ma che richiede al tempo stesso una riflessione collettiva su cosa significhi oggi “dare la vita”.
Autore: Redazione
Fonti:
https://engineerine.com/japans-artificial-womb-breakthrough/