L’ONU sul clima: vicini al punto di non ritorno

L’ONU sul clima: vicini al punto di non ritorno

Il peggio deve ancora venire e a pagarne il prezzo saranno i nostri figli e nipoti, più che noi stessi”: è senza precedenti l’allarme lanciato dal rapporto sul clima del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) delle Nazioni Unite. Dal rapporto dell’IPCC emerge infatti che un ulteriore aumento delle temperature è inevitabile, ma che non è ancora troppo tardi per impedire che nei prossimi decenni le temperature medie globali crescano di più di 1,5°C rispetto al periodo preindustriale. È necessario però uno sforzo “immediato e su larga scala” da parte dei paesi di tutto il mondo per ridurre le emissioni inquinanti.

Molti effetti del riscaldamento globale, soprattutto quelli che hanno conseguenze nelle zone polari, “sono irreversibili per i prossimi secoli o millenni”; il livello del mare continuerà a salire inevitabilmente, tra 28 e 55 centimetri entro la fine del secolo rispetto ai livelli attuali. Nei prossimi 2000 anni, se il riscaldamento globale resterà a +1,5 °C, come proposto dall’accordo di Parigi, il livello del mare si alzerà tra i due e i tre metri; tuttavia, potrebbe persino superare i 20 metri con un innalzamento di 5°C. 

Gli studiosi affermano che il Climate Change riguarda ogni area della Terra e tutto il sistema climatico, ma ritengono altresì che forti e costanti riduzioni di emissioni di Co2 e di altri gas serra siano ancora possibili e in grado di limitare i disastri provocati dai cambiamenti climatici a cui stiamo già assistendo, sebbene in misure e modi diversi, in tutto il mondo. La riduzione in tempi brevissimi delle emissioni di inquinanti atmosferici e gas serra si è verificata durante i lockdown dovuti alla pandemia. Ciò nonostante, se la riduzione delle emissioni inquinanti ha portato a un temporaneo miglioramento della qualità dell’aria, a livello globale la riduzione del 7% delle emissioni globali di CO₂ – riduzione mai sperimentata nei decenni passati – non ha prodotto nessun effetto sulla concentrazione di CO₂ in atmosfera e, conseguentemente, nessun apprezzabile effetto sulla temperatura del pianeta.

Tutti i più importanti indicatori delle componenti del sistema climatico (atmosfera, oceani, ghiacciai) stanno cambiando a una velocità mai osservata negli ultimi secoli. Per riportare il termometro in equilibrio occorre dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e portarle a uno zero netto entro il 2050. Se non si inverte la rotta, evidenziano gli scienziati, nel 2030 potremmo arrivare a un innalzamento di 3°C e nel 2.100 fino a 4°C. 

Alla pubblicazione del rapporto IPCC, che aggiorna quello stilato sette anni fa, hanno contribuito 234 scienziati di 195 Paesi.

Come ha twittato Joe Biden: “Non possiamo più aspettare per affrontare la crisi del clima, i segnali sono inequivocabili. La scienza è incontrovertibile. E i costi del non agire continuano a crescere”.

Autore: Redazione

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