(Iper)Evoluzione tecnologica in medicina

(Iper)Evoluzione tecnologica in medicina

Transumanesimo

Negli ultimi tre anni, nonostante la difficile situazione legata al Covid, c’è una branca della ricerca medica che sta facendo passi da gigante: è la neurotecnologia. 

Da tempo si sta assistendo ad una sempre maggiore integrazione della tecnologia nella medicina; cosa che sta avendo un riflesso immediato nella vita quotidiana di molti pazienti.

Elon Musk alla presentazione di un robot Neuralink

Basti pensare all’evoluzione dei sistemi di controllo della glicemia nelle persone diabetiche; dai microinfusori con funzioni avanzate di auto apprendimento, ai sensori di glucosio interstiziale impiantati sotto pelle, che evitano la necessità di utilizzare un ulteriore ago. Dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’analisi delle TAC, alla condivisione delle informazioni mediche tra paziente, medico di base e vari specialisti, con l’utilizzo della cartella elettronica.

Neurotecnologia

Forte delle ricerche iniziate per un utilizzo sempre più efficace delle protesi motorie, la neurotecnologia sta, negli ultimi anni, avendo una rapida evoluzione, centrando uno dopo l’altro, obiettivi impensabili.

Una delle prime applicazioni della neurotecnologia è stata la stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation o DBS): l’inserimento di due elettrodi che dal cranio raggiungono una zona ben precisa (il sub-talamo) e appunto, profonda, del cervello. Determinati impulsi elettrici modulati vengono inviati direttamente nel cervello, ad esempio per il trattamento del tremore nella malattia di Parkinson. Questo tipo di trattamento, anche se non molto diffuso, è utilizzato da una decina di anni.

Un’altra e più famosa applicazione della neurotecnologia è l’impianto cocleare.  Sviluppato ed installato fin dagli anni 70, ha ridato la possibilità di sentire a tantissime persone, soprattutto bambini, che altrimenti sarebbero rimaste sorde e di conseguenza anche mute.

Entrambe queste tecnologie sono esempi di interfacce neurali monodirezionali, che veicolano informazioni esterne, opportunamente convertite, al sistema nervoso centrale o periferico.

Musk e Neuralink

Al contrario, interfacce neurali bidirezionali mirano a stabilire una comunicazione in entrambi i versi tra il sistema nervoso e un apparato tecnologico. Come anticipato, un primo esempio di questo tipo sono le nuove versioni di neuro-protesi motorie che, con impianti opportuni, sono in grado non solo di essere utilizzate tramite comandi mentali, ma rimandano costantemente un segnale di feedback al cervello che ad esempio possa simulare il tatto.

Una novità degli ultimi mesi su questo tema è stato l’annuncio di Elon Musk e della sua Neuralink:

 “Abbiamo una scimmia con un impianto wireless nel cranio con piccoli cavi che può giocare ai videogiochi con la sua mente. Non può vedere dove si trova l’impianto. È una scimmia felice. Abbiamo le strutture per scimmie migliori del mondo. Vogliamo che giochino a mind-pong”

E. Musk – Febbraio 2021

La start-up californiana, nata nel 2016, ha come obiettivo proprio la creazione di una l’interfaccia uomo/macchina impiantabile [nella foto un robot chirurgico studiato proprio per questo tipo di intervento] per la cura di disabilità e malattie mentali gravi. Questo è un obiettivo a breve termine per Neuralink, che punta invece, in un orizzonte temporale più lontano, al “potenziamento umano” detto anche transumanesimo.

L’eclettico fondatore Musk non è nuovo a questo tipo di annunci al limite dell’icredibile. Elon, classe 71 è un imprenditore sudafricano con cittadinanza canadese e naturalizzato americano. Diventato famoso come ci-fondatore si PayPal, ha sempre fatto scalpore con i suoi annunci, soprattutto perché spesso ritenuti assurdi e invece poi raggiunti in molti casi. Tra i suoi successi annovera:

  • Tesla

Società che produce esclusivamente auto elettriche, inizialmente bistrattate da tutte le grandi case automobilistiche che adesso invece stanno convertendo i propri progetti di ricerca e sviluppo sulla falsa riga di quelle di Tesla. Basti pensare che Tesla nel 2020 ha incrementato le sue vendite del 28% raggiungendo il traguardo di 500 mila vetture vendute. Sono diverse le case automobilistiche che cercano di equiparare le Tesla in prestazioni, comfort e soprattutto autonomia delle batteria, tra le più famose ricordiamo Volkswagen con la sua ID.3 e ID.4, Nissan Leaf e le Mercedes EQC (che sono ancora scarse in termini di autonomia batteria).

  • SpaceX

Società aerospaziale privata. Criticata per la scelta iniziale di puntare tutto sulla creazione di un razzo vettore riutilizzabile (ritenuto impossibile dalla NASA). Nata nel 2002, nel 2008 ha lanciato in orbita il primo razzo privato della  storia, nel 2010 ha messo in orbita una navicella spaziale, dal 2015 utilizza razzi in grado di atterrare dopo aver lasciato il carico in orbita e poter essere riutilizzati (attualmente il record è di nove utilizzi di uno stesso razzo).

Foto originale, non è una ricostruzione

  Nel 2018 per testare le capacità di carico dei suoi vettori, ha messo un orbita intorno al Sole una automobile (non a caso una Tesla Roadster) con a bordo un manichino (chiamato starman). Nel 2020 ha mandato astronauti sulla stazione spaziale internazionale, partendo dal suolo americano (non succedeva dal 2011 dopo che la NASA aveva abbandonato il progetto Shuttle a seguito de disastro del Columbia). Ha come obiettivo a lungo termine la creazione di una colonia su Marte

  • Star Link

Progetto attualmente in costruzione di una rete di satelliti per rendere internet accessibile su tutto il pianeta in banda larga con poche infrastrutture. A gennaio 2021 sono 1081 i satelliti operativi ed è possibile prenotare l’accesso per l’utilizzo delle rete anche in Italia dal sito del progetto.

  • OpenAI

Organizzazione no-profit per lo sviluppo di una intelligenza artificiale “amichevole” nata nel 2015. I suoi uffici sono nello stesso palazzo di quelli della Neuralink con la quale collabora.


La “folle genialità” di Elon Musk deve insegnarci qualcosa. Guardando con più attenzione le sue società si nota come, fin dalla fase iniziale di start-up, sono estremamente variegate in termini di formazione e background del personale. Mettere insieme diverse figure professionali è forse quello che gli ha consentito di raggiungere risultati ritenuti impossibili; riscrivendo canoni che sembravano immutabili. Spesso anche in medicina sentiamo parlare di Team multidisciplinare, ma ancora più spesso questo rimane un progetto sulla carta per svariate ragioni.

Non bisogna mai sottovalutare l’evoluzione (tecnologica e non) che non procede in maniera lineare ma per “balzi evolutivi”. Rimanere costantemente aggiornati, con un orecchio alle novità e uno sguardo sul futuro può renderci professionisti migliori.


Bibliografia

  • https://www.wikipedia.com
  • https://neuralink.com
  • clubhouse (App)

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